Dal 12 febbraio 2016 Roma e Mosca sono più vicine. Per ora sul piano dei rapporti tra il Vaticano e il Patriarcato di Mosca e di tutte le Russie grazie all’incontro avvenuto a L’Avana tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill. Nel lunghissimo documento congiunto diramato al termine dell’incontro si mette in primo piano la necessità di unire gli sforzi delle due Chiese, che non si parlavano da quasi 1000 anni, per la difesa della vita dei cristiani del Medio Oriente vittime sacrificali del cosiddetto Califfato dell’Isis. Tuttavia l’incontro non potrà non proiettare il suo riverbero sulla via lunga e difficile che deve necessariamente portare alla pace in quello scacchiere internazionale con la fine della guerra in Siria, Iraq e in tutta la fascia dell’Africa settentrionale, Libia compresa.
Anche se la dichiarazione firmata all’indomani dell’incontro cubano da Russia, Stati Uniti e altri paesi sia stata già messa in discussione da parte di molti di coloro che l’hanno siglata, la speranza degli uomini di buona volontà e degli operatori di pace di tutto il mondo è che alla fine prevalga il buonsenso e che la “terza guerra mondiale a pezzi” non si trasformi in un conflitto generalizzato, inevitabilmente nucleare, e in primis che si possa scongiurare una riedizione della “guerra fredda” che congelerebbe tutti i germogli di rinascita e sviluppo che faticosamente sono sbocciati negli ultimi decenni in Europa e più in generale nelle relazioni internazionali.
Per chi ha il compito di promuovere il dialogo e la collaborazione culturale con le strutture analoghe della Federazione Russa la speranza è doppia: che cioè lo storico incontro tra Francesco e Kirill porti frutti fecondi nel campo della cooperazione non solo culturale, ma anche economica, politica e sociale in tutti i campi e soprattutto tra le cosiddette società civili dell’Italia e della Russia. Tutto questo aiuterebbe veramente la prospettiva di un futuro di pace e di progresso non solo per i nostri paesi, ma per l’intera Europa e il mondo nel suo complesso. Del resto l’Istituto di Cultura e Lingua Russa e l’Associazione Italia-Russia di Roma nei rispettivi statuti si pongono esattamente questi obiettivi – essere un ponte tra le due culture e i due popoli. Noi intendiamo proseguire su questa strada comune, a dispetto di sanzioni e/o veti incrociati.
Carlo Fredduzzi, Direttore dell’Istituto di Cultura e Lingua Russa di Roma.
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