Dopo 135 anni dalla pubblicazione del capolavoro di Lev Tolstoj il film di Joe Wright con Keira Knightley e Jude Law ci ripropone la storia del tragico amore di Anna Karenina, sposata con Aleksej Karenin e madre di Seriozha, per un giovane ufficiale, il conte Aleksej Vronskij.
La pellicola inglese, che per inciso ha vinto quest’anno l’Oscar per i migliori costumi, è l’ennesima trasposizione sullo schermo di questo archetipo femminile, senza parlare delle riduzioni teatrali e degli spettacoli che da oltre un secolo si susseguono sui palcoscenici di mezzo mondo.
“Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”. Così Tolstoj inizia il suo romanzo che vuole essere un grande affresco epico della vita famigliare del suo tempo.
Ricordiamo per sommi capi la trama ( in russo “канвà” ). Accogliendo a Mosca la madre che arrivava in treno da Pietroburgo, il giovane e brillante ufficiale, conte Vronskij conosce la signora Anna Karenina, moglie di un alto funzionario statale. La scintilla della passione scocca immediatamente, ma il loro amore sciocca la “buona società” russa di quel tempo, dove prevalgono pregiudizi e stereotipi. Per di più la storia si dipana sullo sfondo della felicità coniugale di Konstantin Levin e Kitty Scerbatskaya, una coppia di nobili dagli ideali alti e schietti. Tolstoj descrive in modo splendido i costumi e la vita degli ambienti nobiliari e altolocati di Pietroburgo e di Mosca della seconda metà dell’Ottocento che non possono accettare “questo amore bastardo”. Anna è presa in mezzo a due fuochi: la famiglia, soprattutto il figlio Seriozha, e la passione che la travolge e divora. Da questa passione nasce una bambina e Anna decide di abbandonare il marito, che pure aveva acconsentito di tenerla in casa con la bambina per il buon nome dei Karenin. Parte con Wronskij e Anja per l’Europa senza poter vedere mai più il figlio Aleksej. Il viaggio non dura molto e tra i due amanti cominciano a nascere incomprensioni e distacco. Tornano a Pietroburgo, ma non appena lei si azzarda a tornare a teatro per assistere ad una opera italiana, tutti i rappresentanti del “beau monde” l’offendono e la costringono a fuggire via. Le liti tra i due si susseguono sempre più virulente, e quando Anna rimprovera a Vronskij la volontà di sua madre di farlo sposare con la principessa Sorokina, nonostante i suoi “giuramenti” che mai ciò accadrà, capisce che tutto è finito e che l’unica via d’uscita è la sua morte per riscattare una vita così dura, senza senso e senza prospettive. Anna mette in atto il suo progetto ricordandosi quanto accaduto nel momento in cui aveva incontrato la prima volta Vronskij: il treno per una errata manovra del macchinista aveva travolto e ucciso un ferroviere. Saputo che Vronskij si stava recando alla stazione per andare a Mosca dalla madre, lo segue di nascosto e quando la locomotiva si mette in marcia si getta in mezzo ai binari e muore.
Tra i film girati sulla storia di Anna Karenina ricordiamo quello del 1967 di Aleksandr Zarkhi ( musiche di Rodion Scedrin ) con Tatiana Samoilova. Nel 2009 Sergej Solovyov ha girato “Anna Karenina” assegnando i ruoli principali a Tatiana Drubich e Oleg Jankovskij. All’inizio di marzo di quest’anno la pellicola è stata riproposta dalla Tv russa in alcune puntate.
Quanto all’Italia siamo rimasti alla miniserie Tv di Sandro Bolchi del 1974 con Lea Massari. Bolchi, scomparso nel 2005, aveva portato sul piccolo schermo anche “I fratelli Karamazov” ( 1969 ) e i “Demoni” ( 1972 ) di Fiodor Dostojevskij.
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